mercoledì 15 agosto 2012

Buoniconsigli II :Addio alla comoda Routine-Anoressica!

Oggi avrei voluto scrivere un post più "personale" e non di rubrica, ma alla fine ho deciso di "shekerare" e vedere cosa vien fuori.
L'argomento è stato trattato già da Veggie sul suo blog (lo trovate nei link ^^), io ne parlo riferendomi a me stessa.

In questi giorni mi sto rendendo conto della necessità assoluta di uscire dai miei "binari precostruiti" fatti di rassicuranti gesti quotidiani.
Quando sei malato da 3 anni alcune risposte agli stimoli ambientali sono ormai automatiche.
I pensieri arrivano senza sforzo, e la tua vita è una routine. L'anoressia diventa uno schema che segui, automaticamente e senza riflettere. Fa parte di te, e penetra tra le mura della tua casa divenendo una componente di quell'odore familiare che ti rende sicuro.
Ti aggrappi alla patologia per stare tranquilla. Sai che nella tua bolla niente potrà succedere.
Nella bolla non si ingrassa (conosci i cibi che mangi, e sei tranquilla), non si sbaglia, non si prova.
Si va avanti. Si continua ad esistere.
La vita ti passa a fianco, e tu non l'afferri.

  • L'anoressia diventa presto abitudine: quando ti rendi conto che le restrizioni sono divenute normalità, vuol dire che la routine anoressica fa già parte del tuo mondo
La peggior cosa in queste situazioni non è la tua capacità di non mangiare ormai automatica. Non sei malata perché digiuni senza sforzo. O meglio, sì. Ma quando parlo di routine, mi riferisco a tutti i modi di fare che riguardano gli altri aspetti della vita nei quali tuttavia si manifesta il nostro male. L'anoressia ti porta a rinunce, non solo in campo alimentare.
Rinunci ad uscire, a provare cose nuove, spesso a crescere.
Rinunci ad andare avanti.
Rimani bloccato in uno spazio vuoto, fuori dallo spazio e dal tempo.
Ma gli anni passano, anche se nella tua dimensione tutto sembra immobile.
Un bel giorno ti svegli, e non sei più niente.
Sei fatta di abitudine.
Colazione-Pranzo-Cena-A letto presto e non parlare con nessuno.

  • Oltre ai danni fisici, l'anoressia ha un altro effetto collaterale: ci LIMITA. Ostacola la nostra crescita come individui e la formazione della nostra personalità. L'ossessione per il cibo e la paura ci rendono intrappolate e incapaci di vivere in maniera soddisfacente.
In questo ultimo periodo, sento un sano bisogno di sfidarmi.
Voglio uscire dalla mia gabbia dorata, dalla mia bolla d'acqua tiepida.
Non si tratta di "mangiare di più", ma di "vivere di più".
Si tratta di AFFRONTARE le proprie PAURE,
di non evitare più i posti che hai sempre scansato.
Si tratta di mettersi in gioco.
  • Ricominciare a mangiare non vuol dire, purtroppo, guarire. E' una parte importante, ma non l'unica del percorso. Guarire significa anche non dover più controllare tutto ciò che accade, e vivere alla  giornata. Non facciamoci ingannare, non adagiamoci nelle abitudini: da "alimentazione controllata-anoressica" a "alimentazione controllata-pseudosana". Certo, all'inizio è utile darsi delle regole, ma con la consapevolezza di ciò che stiamo facendo, e del fatto che prima o poi le barriere andranno abbattute.
Domani vado a pranzo da mia zia, in montagna, dove incontrerò mia cugina e mangerò con lei.
Ha problemi col cibo, e si nutre a malapena. L'ho sempre evitata. Mi angoscia l'idea del confronto mentale che opererò tra noi. Ma stavolta ho deciso di non fuggire, e vedremo come va.
Ci vado guidando io. Ho sempre avuto il terrore di guidare, e per un anno non ho toccato l'auto dopo aver preso la patente. Ma da qualche tempo ci ho preso gusto. Sento finalmente il bisogno di essere indipendente. E mi sento in grado di guidare.
E oggi compro il biglietto: a settembre vado a New York. Ho paura, ho il TERRORE dell'aereo. Ma il viaggio lo faccio da sola. Con altri sconosciuti, 10 ore di volo.
E queste sono le news. Scritte così, pare tutto semplice e chiaro. Non lo è.
Tuttavia, è troppo forte il bisogno che sento.

Ho voglia di vivere, di crescere, di uscire.
  • Abbattere le proprie barriere non è mai semplice, anche perché spesso non riusciamo a vederle: è necessario rendersi conto di ciò che ci limita e del fatto che effettivamente ci limitiamo. Dobbiamo domandarci quali sono i comportamenti che ci fanno sentire sicuri, ma che nel contempo ci legano alla malattia e ad una rassicurante infelicità.
Vi sfido tutte.
Vi sfido a sfidare voi stesse.
Cosa vi fa paura?
Cosa vi limita?
Cosa vi lega alla malattia?
Cosa vi impedisce di vincere la vostra lotta?

Per adesso mi fermo qui.
Attendo preziosi consigli :).

14 commenti:

  1. Leggo nelle tue parole una profonda consapevolezza. Credo che tu sia a buon punto e la cosa mi fa enormemente piacere.
    Faccio il tifo per te.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'importante è restare convinti (io sono di quelle che passa dalla motivazione estrema alla depressione..... speriamo di riuscirci xD)
      Tu come stai?
      Un abbraccio

      Elimina
    2. Ti capisco, non è facile avere ben ferma una motivazione nel cuore. Bisogna volere una cosa con tutta la volontà.
      Io sto meglio, la mia sfida con la vita è ricominciata qualche mese fa. Ho ancora molto da lavorare, molti traguardi da tagliare, ma sto lottando e non lo posso negare. Ce la sto mettendo veramente tutta, la mattina mi alzo e so cosa devo fare. Ogni mattina e ogni sera penso alla meta che voglio raggiungere. E' una meta difficilissima, ma io ci devo provare: posso perdere con onore e non perdere la stima di me stesso, ma se rinuncio alle armi non valgo niente. Quasi un anno fa ho fatto una promessa a me stesso... la meta è ancora lontana, ma sento che sto facendo i passi giusti per poter dimostrare a me stesso quanto valgo.

      Elimina
    3. L'ho già condiviso su un altro blog, ma questa citazione credo possa andar bene anche per te

      "Ma soltanto aggiungi azioni che a tua conoscenza corrispondano; aggiungi fede, aggiungi virtù, pazienza, temperanza; e poi aggiungi amore, che sarà chiamato carità, ch'è di tutto il resto l'anima: allora lasciare questo paradiso non ti dispiacerà, ma dentro a te un paradiso tu possiederai ben più felice".

      John Milton

      Elimina
    4. Che dire, mi piacciono le tue parole.
      Sapere cosa fare e non essere disposti a rinunciare.
      Combattiamo e vinciamo le nostre battaglie :)

      Grazie di tutto.

      Elimina
    5. Magnifico, so di non perdere tempo allora! :D
      Buona fortuna Hellie!!!

      Elimina
  2. sfida a sfidare noi stesse..
    mmhhh..

    oggi il mio medico ha detto che mangio per noia..
    allora mi chiedo'non tengo niente?'..
    e vuole ritorni allo studio..
    ma io mi scoccio.
    mi scoccio perchè sono ingrassata
    mi scoccio..a lavarmi..
    già..lavarmi..

    la mia normalità è mangiare.mangiare.
    mangiare.
    e poi senza neanche digerire andare a letto.
    per dimenticare.

    e quello dice lo faccio per noia.

    ti stavo leggendo prima..
    poi si è bloccata la connessione..
    ecco perchè non ho scritto niente..

    anche se i miei sfoghi sono terribilmente deprimenti.

    new york..che bello.

    beh come parigi di cui ho scritto nel penultimo post..
    non riesco più a sognare..
    vorrei..ma..

    tu stai facendo cose grandi..
    vorrei essere al tuo posto..
    ma..


    ieri stavo per uccidermi ecco..
    e quello dice lo faccio per noia..
    il punto è che ho raccolto tante di quelle medicine..
    che crepo sicuro..

    e questo maledetto ferragosto non aiuta..

    perdoni il mio sfogo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma certo :)
      Anzi, sono contenta se ti sfoghi, se ti fa bene.
      Sai, tante volte le persone mi hanno detto "vorrei essere al tuo posto" quando mi risollevavo un poco. Se posso permettermi però l'errore è questo: credere che non potrai riuscirci. Si cambia quando si prende coscienza di noi e delle nostre vere possibilità. Non conosco totalmente la tua storia, ma ti ho detto tante volte che mi sento simile a te, per lo meno nel rapporto con mia madre che in qualche modo mi ricorda quello che hai tu con la tua.

      Io lo so, te l'assicuro. Anche se qui non ne parlo (perché è stata solo una piccola parte della mia vita, prima dell'anoressia), so cosa vuol dire riempirsi la pancia perché ci si sente vuoti, e andare a letto solo per dimenticare.
      So anche cosa vuol dire sperare di ripartire da capo un altro giorno, senza il peso del precedente sulle spalle. E poi conosco la delusione nel ripartire male, con gli stessi errori. E voler solo finire, scendere dalla giostra.
      Sbatterci la testa centinaia di volte.
      Dire "Ne esco" e ritrovarsi peggio di prima.
      Ma la verità è che finché ci tagliamo da soli le gambe, finché siamo i primi a non cambiare le cose non cambiano.
      Con questo non voglio dire che sono un'esperta, che so chissà cosa. Solo che ti capisco.

      So che ti stai impegnando, so che ti sei impegnata, e so che è facile credere che non ci sia uscita.
      Ma un'uscita c'è, c'è sempre.

      Guarire non è poi così impossibile.
      Parigi non è poi così lontana.
      Ritrova la fiducia.
      E per quel che vale, io sono qui se hai bisogno.

      Un abbraccio.

      Elimina
    2. Secondo me se prenoti un viaggio per Parigi ti sentirai meglio. Non vergognarti di te, nessuno sa nulla della tua vita. Io all'Estero sono rinato, forse per questo sogno tanto di ritornarci, forse perché lì riesco a mettermi in gioco come voglio io e mi sento più libero. Con i voli low cost Parigi è un sogno realizzabile, non avere paura di toccarlo, basta tendere la mano... vuoi?

      Elimina
    3. grazie a entrambi.
      ma in particolare a te Hellie visto che il mio sfogo era diretto a te..

      sei stata dolcissima..
      e forse è ciò che ricerco di più..
      la dolcezza..


      e sei stata anche ferma e decisa..
      mi hai 'riempita'..
      cosa che di solito fa il cibo..
      e caspita quanto mi capisci!!

      una cosa dovevo dirti del tuo post..
      se per caso l'incontro con tua cugina dovrebbe deluderti..e non per colpa tua..
      chi sta male tende a chiudersi in se stesso..
      non buttarti giù..
      ma persevera verso gli obiettivi ti sei prefissata..
      la tua corazza non farla scalfire..
      solo toccare..

      un abbraccio.e grazie ancora

      Elimina
    4. Grazie anche a te, e tranquilla, mi fa piacere parlare con te. Tieni duro, anzi, teniamo duro tutti insieme!

      Un abbraccio

      Elimina
  3. Sono assolutamente d'accordo con quello che ha scritto, hai perfettamente ragione. Gli ultimi due punti specie... l'hai detto come meglio non si potrebbe.
    In ogni caso, secondo me fai benissimo ad accettare le sfide: accettare di pranzare con tua cugina, accettare di guidare la macchina, accettare di andare a New York... al di là del mero fatto in sè, tutte e 3 le cose hanno un minimo comunque denominatore: sono sfide che lanci a te stessa, e che mirano a stroncare il circolo vizioso creato dalla malattia. Per questo ti dico che fai benissimo ad accettarle. Realisticamente, non andrà tutto a meraviglia, non sarà tutto una favola. Saranno momenti anche difficili da affrontare, in cui avrai ansia e voglia di mollare. Ma - ed è un grande ma - tu sai che hai dentro di te la forza per farcela. La forza per non arrenderti, per continuare a metterti alla prova. Perchè ciò che non ti distrugge, ti fortifica. E ciò che non va al primo tentativo, può andare al secondo o al terzo... per questo è improtante non arrendersi, non smettere mai di provare e provare ancora... Perchè è solo il tentativo che mette di fronte alla possibilità di riuscita.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quanto hai ragione Veggie: anche se non tutto andrà bene, dobbiamo avere la forza di farcela. Devo avere la forza di andare avanti.
      Ti abbraccio.

      Elimina

Un'impronta su questa strada bagnata di pioggia.