giovedì 29 agosto 2013

Al massimo!

Sono state delle giornate un po' difficili.
Ma lo sapete, io vado sempre dalle stelle alle stalle,
e poi di nuovo su.
per me, tutto è bianco o nero.
Quasi indipendentemente da ciò che accade fuori.
Ed oggi,
oggi ho dimostrato ancora una volta a me stessa
di essere una lunatica senza speranza.

Ma non voglio approfondire,
perché in realtà stasera sono di ottimo umore.
Ed è di questo che voglio parlare.
Voglio parlare di tutti quei piccoli eventi,
di quei pensieri positivi
di cui di solito non discuto.
E non ne parlo perché è più facile lasciarsi andare alla negatività.
Più facile.
Sì.

Perché infondo ho sempre quel pensiero 
"il dolore mi rende speciale,
perché non so fare altro. Io so solo soffrire".

Ma non è così.
Io sono di più.

E così rivedere una vecchia amica,
sforzarmi di uscire con lei, anche se ero giù;
comprare un paio di occhiali da sole;
complici due caffé, decidere di star fuori anche la sera;
riprendere i contatti con qualche persona con cui non parlo da mesi;
Mettere un quaderno in borsa perché sì, vorrei scrivere un po'.

Tutte queste cose mi hanno fatto pensare.
Mi hanno fatto pensare, di nuovo, alla paura.

Sì,
avete ragione.
Ho paura.
E sì,
avete ragione.
E' normale averne.

Mi devo solo mettere in testa che
devo vivere per me stessa.
Devo fare quello che voglio fare.
Non posso essere la migliore in tutto.
NON DEVO essere la migliore in tutto.
Non serve esserlo, per star bene con se stessi.
L'autostima è un'altra cosa.
La vita è un'altra cosa.

Crescere forse è questo.
Accettare i propri limiti.
Darsi una tregua.
Voglio imparare ad essere più gentile con Hellie.
Perché se lo merita.

Scusatemi se non sono passata, lo farò appena possibile.
Vi penso tanto,
e vi ringrazio di essermi così vicine.
Un abbraccio.

sabato 24 agosto 2013

Incasinata!

Stavo seriamente pensando alla mia carriera universitaria,
e per quanto non sia granché interessante,
ho bisogno di parlarvene.
L'anno prossimo, se va tutto bene, finisco i primi tre anni.
Laurea breve.
E dopo?
Avevo pensato di andare a studiare in Inghilterra.
Ma adesso sono completamente confusa..

Non posso andare, perché non ho soldi (devo risparmiare per la scuola di psicoterapia),
perché ho paura (sì, c'è anche questo).

E paura di cosa?
Non lo so.

Paura di non riuscire, certo.
Ma anche di perdere tempo.
Lì dopo la laurea breve sono altri 3 anni.
Uno in più di qui.
E poi la scuola.
Altri 4.
Ci metterei una vita.

E poi paura di lasciare sola mia madre.
A lei non importa, così mi dice.
E' ovvio che per me vuole il bene,
che non si perdonerebbe mai se rimanessi qua per causa sua.
Ma non è questo.

Col senno di poi, sarebbe stato meglio se avessi avuto il coraggio di partire a 18 anni,
appena fuori dalle superiori.
Ma poi mi ricordo che se fossi stata là,
non sarei potuta essere con mio padre.
E mio padre adesso non c'è più.
La mia vigliaccheria è stata una benedizione?!
Forse.

Non so.
Sono confusa.
Non ho voglia di informarmi.
E questo la dice lunga sulla mia paura di andare là.
Se non trovo nemmeno la forza di cercare due righe di informazioni,
è evidente che c'è qualcosa che non va.
Ho paura?

Ma paura di cosa?

Non lo so.
Avevo promesso che la paura non mi avrebbe più fermata.
Ma davvero è questo che mi frena?
E' davvero così assurdo?
E' così anormale rimanere spiazzata di fronte a una decisione che potrebbe cambiarti la vita?

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Tornando da Copenhagen ho comprato un quaderno, diviso da separatori di plastica in 5 sezioni.
E stavo pensando di farne qualcosa di attinente al ricovero,
alle mie paure,
non so.
Avete delle idee?

lunedì 19 agosto 2013

La cornice.

"Cresci Hellie,
un bel bracciale non ti rende chi vuoi essere.
Crea prima l'opera,
e pensa poi alle aggiunte".


E' un buon momento per cambiare.
In questi mesi avrei voluto buttare via tutto il vecchio,
stipato tra le mie quattro piccole mura,
e far posto al nuovo e al diverso, alla mia rivoluzione.

Vorrei cambiare,
ma è come se il mutamento di forma precedesse di gran lunga
ogni genere di modificazione interiore.
Ma davvero per crescere ho bisogno di vestiti nuovi?

Vi fermate mai a chiedervi chi siete, o perché fate ciò che fate?
Pensate mai al peso dei singoli gesti nel vostro piano?
Ma soprattutto, avete un piano?

Non ho la pretesa di compiere solo azioni dirette ad uno scopo,
ma a volte mi pare di svegliarmi con in mente un'idea,
e di passare il giorno a perseguirla, per poi accorgermi che alla fine 
l'idea in sé stonava con la costruzione che avrebbe dovuto aiutare a realizzare.

Discorsi molto complicati per dire una cosa semplice:
mi pare di star tentando di crescere evolvendomi principalmente
dal punto di vista estetico.
Tento di prendermi cura di me,
voglio essere curata e carina, coi capelli a posto,
coi vestiti giusti,
la pelle liscia,
un bel rossetto.
Voglio piacermi.
E mi piaccio di più, credo.

Penso sia un buon tentativo per stare meglio,
e mi dico "se il costo dell'autostima sta in quei 20 euro in più, spesi a comprare un paio di accessori,
ne vale la pena!". Poi però mi trovo la sera, e rifletto.
Davvero l'autostima ha un costo?
Non mi starò forse occupando troppo di questa cornice,
e poco del quadro?

Mi sento un po' come se cambiare fuori fosse più facile,
e mi sembra di rimandare il momento in cui dovrò fare i conti con ciò che ho dentro.

Con ciò, non banalizzo i miei sforzi, né torno alla mia consueta malinconia.
E' solo un appunto.

Sono tornata oggi dalla mia scarsa settimana di vacanze, e domani mi ributto nello studio!
Non mi sono rilassata affatto, ma poco male :)
vorrà dire che mi rilasserò a fine esami, prima delle lezioni.

Un breve bilancio.
Cosa mi ha resa orgogliosa di me questa settimana?

  • Con estrema riluttanza, ammetto di essermi comportata bene col cibo, e di esserne felice. Sono felice perché so che qualche anno fa non ci sarei riuscita.
  • Ho tenuto sul braccio un falcone. Niente di che, pochi secondi, e lo hanno fatto anche parecchi bambini. Ma.. non so.. mi ha fatto sentire qualcosa. Cioè, sono stata lì in piedi davanti ad un bel po' di gente, passando sopra all'imbarazzo per fare una cosa che volevo. E non è poco. In più, ho provato qualcosa di nuovo. Ho colto la mia piccola opportunità.
Purtroppo ammetto di non essere ancora riuscita ad eliminare la mia brutta tendenza a denigrarmi gratuitamente in diverse situazioni, ma ci sto lavorando.

Non vi ho ancora lette,
ma passerò domani.
Adesso sono distrutta dal sonno.
Vi mando un bacio e vi scrivo presto.

La vostra Hellie.

lunedì 12 agosto 2013

Oggi Hellie è cresciuta un po'.

Fino all'ultimo secondo continuavo a ripetermi "non lo farai",
e percorrendo il corridoio credevo di star guardando un'altra.
No, non potevo essere io.

"Due borse piene di giocattoli tra le mani,
e un completo senso di smarrimanto,
così finirai", mi ripetevo, guidando piano.
"E se poi combini un disastro?"
E se poi..

Quattro respiri profondi.
E poi via.

Oggi ero sola all'ospedale dei bambini.
Senza le altre volontarie.
Sola ad entrare nelle stanze, a proporre i giochi,
sola.
E ce l'ho fatta.
Non mi sono mai sentita così fiera di me.

Questo mi ha insegnato tante cose.
Prima di tutto, che è davvero la paura l'unica cosa che mi frena.

A proposito di questo, tempo fa mi è capitato di leggere il libro "la paura è una sega mentale", di G.C Giacobbe (psicoterapeuta e scrittore).
Cito testualmente da pagina 61:

"[..]La paura cronica non è un ordinario sentimento umano.
La paura è uno stato straordinario di allarme, circoscritto alle situazioni straordinarie di aggressione.
Quando diventa cronica è chiaramente patologica.
Perché evidentemente non si può essere sempre, sotto aggressione.
E quindi se la paura diventa cronica evidentemente non corrisponde alla realtà. [..]
Il nevrotico infantile, come i bambini veri, ha bisogno di protezione.
In termini umani questo si traduce come [..] fame di affetto.
Che essendo cronica è anch'essa [..] patologica."

Questo libro (molto particolare, sia per il linguaggio che si usa, sia per il tema, sia per le idee dell'autore) mi fa davvero pensare.
Mi fa pensare a me.
O a quella che sono stata fin ora, e che non voglio mai più essere.
Non voglio più essere schiava delle rassicurazioni.
Non voglio più aver bisogno che mi si dica "brava".
Io voglio SAPERE di essere brava, competente, carina, simpatica.
Il mio mantra da oggi deve diventare "sono capace, e ci riuscirò".
Non mi manca niente.
Niente.

La seconda cosa che ho imparato, è che anche io ho la capacità di prendere delle decisioni,
e così, senza farmi bloccare dalle mie paure, ho deciso cosa farò al terzo anno di università (al terzo abbiamo da scegliere l'indirizzo), anche se è non è ciò che pensavo di fare quando sono entrata.
Cambio direzione per seguire la mia vera passione. Voglio lavorare con i bambini.

Vi abbraccio forte, con un gran sorriso
<3

PS: DOMANI (14/08) PARTO PER LA DANIMARCA, vi aggiorno appena posso/torno. Promesso. Dovranno abbattermi per farmi sparire di nuovo :P
Un altro bacione

sabato 10 agosto 2013

Nuove direzioni

Eccomi qua,
ad aggiornare per quelle poche impavide che continueranno a leggere
dopo la mia ultima sparizione.
Non credevo avrei mai ricominciato a scrivere,
proprio perché questo blog tende a riportarmi alla mente un sacco di ricordi non sempre
e non proprio belli.
A volte dimenticare e chiudere tutto è più facile,
più comodo,
ma in fondo, come posso?
E soprattutto lo voglio?
Voglio davvero dimenticare?

Vi chiedo scusa di nuovo se sono sparita,
ma da gennaio non stavo bene,
sentivo necessità di tacere e riflettere un po'.
Ultimamente le giornate scorrono.
Senza dolore.
Credevo avrei sofferto per sempre.
Qualche giorno fa mi sono resa conto della reale capacità
adattiva della mente umana.
Studiando di come il cervello tenda a riorganizzare se stesso per
sopperire alle mancanze dei sensi, non dovrei neppure sorprendermi.
E invece..
E invece dopo 8 mesi dalla morte di mio padre,
adesso è quasi come se non ci fosse mai stato.
E' triste dirlo.
Non fraintendetemi.
Se ci penso mi manca, e tengo stretto il suo ricordo.
Semplicemente, con dolore, ho accettato.
Ho accettato di vivere senza di lui.
Non lo aspetto più,
non lo cerco.
E' un po' come aver perso una gamba ed aver cominciato a camminare con le stampelle:
La gamba non c'è, e non torna.
Ma in fondo, finché riesco a camminare, finché non ci penso, sto bene.
La nostalgia arriva quando vedo che gli altri corrono,
e mi ricordo che io non posso più.
Mi sento in colpa a pensare queste cose. Ma credo sia proprio così che funziona l'uomo.
Il cervello ricostruisce la nostra realtà dopo la perdita, e questo ci permette di sopravvivere.
Ed è tutto.

Per il resto, ho ricominciato a fare volontariato e sono già piena di dubbi e complessi.
Lavorare con i bambini mi piace, ma è come se dentro di me si agitasse sempre quella voce che dice "non sei adatta, e non ce la farai". Eppure sono brava. Io so che lo sono. E allora perché non lo ammetto a me stessa?
Vorrei parlarvi meglio del volontariato in un post apposito,
per ora invece vorrei dirvi del blog.

Come forse potrete notare, ho cambiato qualcosina.
Ho tolto l'indirizzo mail, semplicemente perché non la controllo,
e mi pare inutile tenerla in vista. Ho messo invece il link a Tumblr.
Vorrei usarlo principalmente per rispondere alle domande che qualcuno, magari,
avrebbe voluto fare per mail (potete chiedere in anonimo).
Ho cancellato qualche vecchio post, con cui non mi sentivo a mio agio.
Non è quella la persona che voglio essere.

Stavolta sarà un colpo di spugna definitivo.
Sono cambiata davvero.
Da adesso qui parlerò di Hellie.
Non più dell'anoressia.

Lunghi silenzi, tanti pensieri, un po' di imbarazzo.

Salve a tutte.
Non so quante di voi ancora si ricordano di me.
Sotto l'ultimo post, risalente ormai a qualche mese fa mi avete lasciato tanti commenti,
e ne sono commossa.
Non mi sono dimenticata di voi, né del blog.
Sono stata sommersa di pensieri,
e ho avuto paura.
Paura di ricadere in un circolo di negatività.

E' stato un periodo abbastanza buono,
e oggi ho avuto la forza di riaprire questa pagina.
Mi mancate tanto.
Mi manca leggervi,
e mi manca parlare con voi.

Vorrei riprendere da dove avevo interrotto.
Più tardi vi scrivo,
vi leggo,
e cerco di riprendere contatto.
Mi vergogno di aver lasciato tutto (di nuovo).

Volevo solo passare oltre e dimenticare l'anoressia.
Ma questo non significa dimenticarmi di voi.

Per l'ennesima volta faccio un tentativo:
Da adesso il blog cambia.
Prometto a me stessa di restare positiva e continuare a lavorare sodo.
Più tardi vi aggiorno, se ancora interessa a qualcuna.
Vi abbraccio.

Ps: ho fatto  un piccolo post di news QUI.