mercoledì 22 agosto 2012

Ufrequently Asked Questions II

  • Come si comportano/si sono comportati i nostri genitori di fronte alla malattia e al dimagrimento?

Premetto che sono sempre stata una mangiona. E i miei genitori sono sempre stati contenti del mio modo di "stra-alimentarmi". Non ci vedevano niente di male, anzi. Quando ho cominciato la prima dieta di restringimento sono stata molto attenta a non farmi scoprire, e forse non si sono davvero accorti di niente, anche perché persi appena 4kg. Non mi pare abbiano detto una parola. In un successivo momento, nel secondo periodo, quando arrivai a 45, continuarono a non affrontare l'argomento. Credo pensassero che tutto si sarebbe risolto da solo.
Mio padre faceva le sue "battute" (il suo modo per comunicare,  purtroppo, è spesso basato su frecciatine inviate al bersaglio, me, in quel caso). Mia madre ogni tanto si lamentava del fatto che mangiavo poco,ma non ha mai dato segno di vera preoccupazione.
Quando decisi di riprendere peso (ma invece continuai a scendere, fino a 39kg), loro continuarono ad ignorarmi. A 39 cominciai a risalire, seriamente.
Mia madre prese la parola solo una sera (avevo già ripreso 2kg) ,
il giorno della morte di Isabelle Carò.
Io ero andata fuori a cena con un'amica. Ero orgogliosa di ciò che avevo mangiato (ricordo ancora: 4 pezzi di sushi e una piccola tazza di zuppa di miso), e arrivando in casa mi fermai a guardare la tv accesa dall'uscio del salotto. Vedendo un servizio al tg sulla Carò, mi vennero le lacrime agli occhi (pensavo a una mia amica, che ha lo stesso peso di Isabelle quando è mota). Cercai di nasconderle, ma mia madre le vide. Da lì cominciò una litigata furiosa (anzi, litigò lei da sola). Urlò queste esatte parole "Ma non l'hai capito? (parlava a mio padre) Lei VUOLE essere così!" e poi rivolgendosi a me "Ma non lo vedi?! FAI SCHIFO! Sei orrenda! FAI SCHIFO!".
E' una cosa che ancora non riesco a perdonarle. Soprattutto perché a quel tempo stavo già risalendo, avevo già cominciato il processo di guarigione.
Tempo dopo, parlammo più tranquillamente. Ero già in terapia, ma non miglioravo velocemente come LEI si aspettava. E così mi minacciò di mandarmi dallo psichiatra, e rimase interdetta dalla semplicità della mia risposta (ero già maggiorenne) "No, mamma. Non ci andrò."
Prima "sana" ribellione della mia vita. Prima volta in cui semplicemente le dissi "NO" senza fare una piega, senza paura, forte di conoscere cose che lei non immaginava. Padrona di me.

La mia psicoterapeuta, durante un incontro con i miei (senza di me), le chiese quando si era accorta della mia anoressia. Lei rispose "Forse troppo tardi. E' che sa, lavorando con pazienti di questo tipo ho una certa esperienza, e so che queste cose succedono nelle famiglie sfasciate. La nostra non mi sembrava così sfasciata, e speravo che le cose si sistemassero da sole".

L'atteggiamento di mia madre verso la mia malattia è "io ne so più di te, perché ci lavoro con le anoressiche, e quindi non ti chiedo nulla". Si comporta da maestrina, oppure ignora la cosa. Ogni tanto si "risveglia" e cerca goffamente di aiutarmi. Ma subito dopo trova altro da fare e torna ad ignorare tutto. Ricordo una volta, quando pesavo 42-41kg, in cui le chiesi se poteva prepararmi lei la porzione di pasta a pranzo, perché io non ce la facevo. Lei promise, e lo fece. Una volta soltanto.
Poi non mi aiutò più.

Sono ferite ancora aperte. Tutto ruota attorno ai problemi di mio padre e al circolo vizioso "io ti ignoro- tu mi ignori". Fa molto male parlarne.
Sono sicura che solo una volta che me ne sarò andata di casa potrò migliorare il rapporto coi miei. Spero solo di non fare (in buona fede) i loro stessi errori: Ipercoccolarmi fino alle medie, e poi abbandonarmi di colpo a 10 anni, senza lasciarmi abbastanza autonomia per crescere: Sono cresciuta sola, ma con il pranzo già cucinato. Mi ignoravano, ma era sempre tutto in ordine senza che io muovessi un dito.

Questo credo sia quanto.
Rispondete anche voi, se vi va. :)

6 commenti:

  1. l'episodio di Isabelle Caro mi ha lasciato senza parole..
    perchè è successa una cosa simile..
    io lo lessi per caso sul quotidiano la sera tardi e anche io scoppiai a piangere..
    non me l'aspettavo..diceva stava migliorando..sapevo la sua storia..
    e non ricordo ma ci fu qualche festa in quel periodo..io non riuscii a mangiare e mia madre con cattiveria'sta a lutto'..la odiai.
    aveva mancato di rispetto Isabelle e con lei me..

    sì anche se il mio medico non entra apposta nella questione..io credo che alla base ci sia il mancato rapporto che hanno i miei genitori tra di loro..
    anche io ho avuto tante attenzioni fino alla pubertà..poi ignorata..quando più ne avevo bisogno..
    mi fa troppo male parlarne..

    abbiamo anche particolari in comune..
    non basta avere in cura una persona come dice tua madre..
    ci vuole rispetto e accettazione dell'altro..
    deve esserti costato parlarne..tanto..

    ti abbraccio forte

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    1. Si, è stata dura, come deve esserlo stato per te, ma in compenso vederlo scritto mi aiuta. Grazie
      Un abbraccio.

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  2. Incredibile... Anche a me una volta mia madre urlo "fai schifo", pesavo 45kg...
    Ed è orribile ciò che ti è successo, ma ti capisco. Anch'io spesso mi sono sentita presa di mira, criticata per il mio operato, anche se stavo meglio e stavo lottando. Tutti si aspettano un cambiamento in qualche giorno, ma forse non hanno idea di quanto sia difficile. Si aspettano ogni giorno qualcosa di positivo, ma non mettono in conto la nostra difficoltà a sradicare abitudini che ci portiamo dentro da anni.
    Perchè non provi a chiedere di nuovo un piatto di pasta a tua madre, ma che sia per sempre? :) (o già l'hai fatto?)
    Un bacione bella <3

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    1. Non sai quante volte l'ho fatto.
      Ma lei è così.
      Ambivalente e contraddittoria.
      So che mi vuole bene, e me lo dimostra spesso.
      Per certe cose però so di non poter contarci troppo.
      Un bacio ^^

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  3. Io credo che i genitori, poichè "esterni" alla malattia, come tutti gli "esterni" non capiscano esattamente di che si tratta... e quindi, poichè il sintomo che gli si palesa è quello fisico del dimagrimento, tendono a considerare l'anoressia come una malattia fisica, e questo li porta a ritenere che sia sufficiente assumere per un po' di tempo la medicina adeguata (ovvero, nel caso di specie, fare psicoterapia per un po'), per avere una completa remissione di segni e sintomi di malattia. Chi l'ha vissuta sulla propria pelle sa che, purtroppo, non è così.
    E' possibile che i tuoi genitori abbiano sbagliato nei tuoi confronti, o meglio, che abbiano avuto a più riprese degli atteggiamenti che non ti hanno aiutata affatto e che ti hanno addirittura buttata giù moralmente... però io credo che l'abbiano comunque fatto in buona fede, senza l'intenzione di ferirti. D'altrone sono "esterni" e, come tali, è ovvio che non sappiano come comportarsi di fronte ad una situazione che gli è estranea, e come relazionarsi con una persona che invece in questa situazione c'è invischiata...
    Però, come sei riuscita a dire quel "NO" in maniera chiara a tua mamma in un'occasione, io credo che tu, altrettanto chiaramente, possa spiegare a lei e a tuo padre quali sono le cose che, da parte loro, possono aiutarti nel tuo percorso, e quali invece quelle che fanno peggio che meglio. Magari non riusciranno ad aderire al 100% alle tue richieste, ma per lo meno avranno la consapevolezza di quello che è ciò di cui tu hai bisogno, e potranno regolarsi di conseguenza...
    Ti abbraccio forte forte...

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    1. Per me purtroppo è molto difficile comunicare con loro. Spero di imparare a farlo in futuro.
      So che gli errori commessi (da entrambe le parti, perché anche io ne ho fatti molti) sono stati a fin di bene.. Un abbraccio

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Un'impronta su questa strada bagnata di pioggia.