domenica 2 settembre 2012

Lacrime e allenamenti lampo


Ieri sera ho parlato con A., e finalmente gli ho detto tutto.

Avevamo litigato di brutto per il mio comportamento da stronza, e per il modo in cui mi aveva trattato dopo il mio errore (un brutto errore, ma involontario).
Non ci parlavamo da una settimana o due.
Quando ho visto il suo nome sul display illuminato del telefono mi sono venti i brividi.
La sua voce, stanca e annoiata, ha raggiunto il mio orecchio, facendo vibrare appena l'aria, elettrica per il temporale. Così abbiamo parlato, quasi litigato di nuovo.
Finché non ci siamo messi di nuovo a parlare di quel periodo, un paio di anni fa, quando eravamo usciti completamente l'uno dalla vita dell'altro. Ciascuno aveva i suoi dolori.
Io, all'epoca attraversavo la più brutta fase dell'anoressia.
Non gli avevo mai spiegato tanto bene quanto avessi sentito il bisogno di lui, che non c'era.
Stavolta l'ho fatto, e tra imbarazzanti singhiozzi, dovuti soprattutto al ricordo del periodo, gli ho detto chiaramente che avrei voluto mi stesse accanto.
Si è sorpreso del fatto che per due anni ho taciuto questi sentimenti, ma io, purtroppo, sono fatta così. Tengo tutto, e allontano gli altri.
Non è stata colpa sua se se n'è andato. E' stata colpa mia che non gli ho mai detto "resta".
Dopo che ho riattaccato il telefono ho pianto un'altra mezz'ora.
Non riuscivo a riprendere contatto con il vero.
In balia di me, dei miei ricordi, di uno strano senso di inquietudine.
Piangere senza sapere perché.

Stamattina mi sono allenata in fretta, ed è già l'ora di uscire.
Vi abbraccio.

2 commenti:

Un'impronta su questa strada bagnata di pioggia.